ORDINE FRANCESCANO SECOLARE
FRATERNITA’ “ SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA” OSIMO
MINISTRA : CATENA MANILA tel. 071 / 715661 cell. 3403788746
Mail : manilacatena@alice.it
VICE MINISTRA : BARTOLOMEI ELISABETTA
MAESTRA DELLA FORMAZIONE : GIOVAGNOLI MARIA
ECONOMA : SASSO VIRGINIA
SEGRETARIA : STAFFOLANI CESARINA
PADRE SPIRITUALE : PATRIZIO SIARKIEWICZ
La fraternità si incontra ogni primo sabato del mese alle ore 16:30 presso la parrocchia Santa Maria della Misericordia
PER INFORMAZIONI PIU’ APPROFONDITE:WWW.OFSMARCHE.IT
“Sono veramente fortunati e benedetti da Dio gli uomini e le donne che rimangono fedeli al proposito di amare il Signore con tutto il cuore, con tutta l’anima , con tutta la mente , con tutte le forze e amare il loro prossimo come se stessi …”
SAN FRANCESCO D’ASSISI
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Santa Elisabetta d’Ungheria
A quattro anni di età è già fidanzata. Suo padre, il re Andrea II d’Ungheria e la regina Gertrude sua madre l’hanno promessa in sposa a Ludovico, figlio ed erede del sovrano di Turingia (all’epoca, questa regione tedesca è una signoria indipendente, il cui sovrano ha il titolo di Landgraf, langravio). E subito viene condotta nel regno del futuro marito, per vivere e crescere lì, tra la città di Marburgo e Wartburg il castello presso Eisenach.
Nel 1217 muore il langravio``di Turingia, Ermanno I. Muore scomunicato per i contrasti politici con l’arcivescovo di Magonza, che è anche signore laico, principe dell’Impero. Gli succede il figlio Ludovico, che nel 1221 sposa solennemente la quattordicenne Elisabetta. Ora i sovrani sono loro due. Lei viene chiamata “Elisabetta di Turingia”. Nel 1222 nasce il loro primo figlio, Ermanno. Seguono due bambine: nel 1224 Sofia e nel 1227 Gertrude. Ma quest’ultima viene al mondo già orfana di padre.
Ludovico di Turingia si è adoperato per organizzare la sesta crociata in Terrasanta , perché papa Onorio III gli ha promesso di liberarlo dalle intromissioni dell’arcivescovo di Magonza. Parte al comando dell’imperatore Federico II.``Ma non vedrà la Palestina: lo uccide un male contagioso a Otranto.
Vedova a vent’anni con tre figli, Elisabetta riceve indietro la dote, e c’è chi fa progetti per lei: può risposarsi, a quell’età , oppure entrare in un monastero come altre regine , per viverci da regina, o anche da penitente in preghiera , a scelta. Questo le suggerisce il confessore. Ma lei dà retta a voci francescane che si fanno sentire in Turingia , per dire da che parte si può trovare la “perfetta letizia”. E per i poveri offre il denaro della sua dote (si costruirà un ospedale). Ma soprattutto ai poveri offre l’intera sua vita. Questo per lei è realizzarsi: facendosi come loro. Visita gli ammalati due volte al giorno, e poi raccoglie aiuti facendosi mendicante. E tutto questo rimanendo nella sua condizione di vedova, di laica.
Dopo la sua morte, il confessore rivelerà che, ancora vivente il marito, lei si dedicava ai malati, anche a quelli ripugnanti:” Nutrì alcuni, ad altri procurò un letto, altri portò sulle proprie spalle, prodigandosi sempre, senza mettersi tuttavia in contrasto con suo marito“. Collocava la sua dedizione in una cornice di normalità, che includeva anche piccoli gesti “esteriori”, ispirati non a semplice benevolenza, ma a rispetto vero per gli “inferiori”: come il farsi dare del tu dalle donne di servizio. Ed era poi attenta a non eccedere con le penitenze personali ,che potessero indebolirla e renderla meno pronta all’aiuto. Vive da povera e da povera si ammala, rinunciando pure al ritorno in Ungheria, come``vorrebbero i suoi genitori, re e regina.
Muore in Marburgo a 24 anni, subito “gridata santa” da molte voci, che inducono papa Gregorio IX a ordinare l’inchiesta``sui prodigi che le si attribuiscono.``Un lavoro reso difficile da complicazioni anche tragiche: muore assassinato il confessore di lei; l’arcivescovo di Magonza cerca di sabotare le indagini. Ma Roma le fa riprendere. E si arriva alla canonizzazione nel 1235 sempre a opera di papa Gregorio. I suoi resti, trafugati da Marburgo durante i conflitti al tempo della Riforma protestante, sono ora custoditi in parte a Vienna. E’ compatrona dell’Ordine Francescano secolare assieme a S. Ludovico.
Nel giorno della Festa di S. Elisabetta ricordiamo la nostra patrona con gratitudine e riconoscenza al Signore per il dono una sorella e madre di così straordinarie virtù. Vivacissima di carattere, molto dedita alla preghiera, era piena di carità attiva verso i poveri, i malati, gli appestati, operando contro ogni ingiustizia fatta al popolo, assecondata in ciò dal marito. Morto lui in una crociata, dovette coi suoi tre bambini, ventenne, lasciare la corte.
Ordine francescano Secolare
L'Ordine Francescano Secolare è costituito da cristiani che, per una vocazione specifica, mediante una Professione solenne, si impegnano a vivere il Vangelo alla maniera di S. Francesco, nel proprio stato secolare, osservando una Regola specifica approvata dalla Chiesa. L'Ofs è una delle tre componenti fondamentali della grande Famiglia Francescana che è formata dai tre Ordini costituiti da San Francesco: il Primo Ordine (i frati), il Secondo Ordine (le religiose contemplative) e il Terzo ordine (i secolari e numerose forme di religiosi e religiose impegnati in attività apostoliche - TOR - che si sono formate dal filone principale dei secolari).
IL TERZO ORDINE FRANCESCANO SECOLARE “ LA MISERICORDIA” DI
OSIMO AUGURA A TUTTI UN GIOIOSO SANTO NATALE .
La fraternità vi aspetta ai nostri incontri mensili di spiritualità francescana, il prossimo sarà il 07 / 01 / 2012 presso la parrocchia Santa Maria Della Misericordia.
Per informazioni cell. 3403788746
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PREGHIERA PER UN FRANCESCANO
Signore fa che ci impegniamo noi e non gli altri.
Unicamente noi e non gli altri.
Ci impegniamo senza pretendere che altri si impegnino con noi,
come noi e in altro modo.
Ci impegniamo senza giudicare chi non si impegna,
senza cercare perché non si impegna.
Sappiamo di non poter nulla su alcuno
né vogliamo forzare la mano ad alcuno,
sicuri come siamo del libero movimento dello Spirito.
Il mondo si muove se noi ci muoviamo,
si fa nuovo se ciascuno si fa nuova creatura.
L’Ordine diventa nuovo se ciascuno si sforza
di divenire un uomo nuovo.
Ci impegniamo non per riordinare il mondo, non per rifarlo,
ma per amarlo.
Per amare anche quello che non possiamo accettare,
anche quello che non è amabile,
anche quello che pare rifiutarsi all’amore,
poiché dietro ogni volto e sotto ogni cuore c’è,
insieme ad una grande sete d’amore,
il volto e il cuore dell’Amore.
Ci impegniamo perché noi crediamo all’Amore,
la sola certezza che non teme confronti,
la sola che basta per impegnarci perdutamente.
Pace e bene S. FRANCESCO 2011